Si tratta del primo ricettario mai composto al mondo dove le ricette vengono organizzate e suddivise in base agli ingredienti e all’ordine delle portate (minestre, carni, pesci, dolci, ecc.); le dosi sono rapportate al numero delle persone a cui il piatto verrà servito; si indicano i tempi di cottura; si descrivono gli strumenti e i recipienti in cui cuocere; si propongono alternative quando un particolare ingrediente venga a mancare. Tutto questo ai tempi di Lorenzo il Magnifico, Francesco Sforza, Leonardo da Vinci. Si tratta in sostanza del primo manuale di cucina moderno. Questa è la prima edizione che, nel rispetto dei codici manoscritti, rende le ricette di Maestro Martino accessibili agli amanti della cucina. Oltre a contenere tutte le ricette da lui scritte o a lui attribuite, il volume ne propone in appendice una scelta per il cuoco contemporaneo curata dalla gastronoma Stefania Barzini insieme ad un glossario esplicativo dei termini gastronomici rinascimentali.
Non lasciatevi ingannare dal suo sottotitolo, questo non è un libro di storia, ma una raccolta di ricette e di storie che hanno a che fare con la storia. E le storie (non la storia) non vanno mai prese per oro colato: sono episodi che si tramandano, voci che si inseguono, dicerie che si sussurrano, curiosità che vale la pena
Settantadue ricette di sei territori italiani, un libro di cucina scritto per riscoprire i piatti, anzi gli aristopiatti, della nostra tradizione.
C’erano una volta un principe russo, alcuni cuochi di talento, una corte piemontese. C’erano anche un cuciniere-alchimista-confetturiere dalla vita travagliata, un re goloso ma dai gusti semplici e un confine vicino, quello con la Francia...”.
Dietro lo pseudonimo di Petronilla si nasconde Amalia Moretti Foggia (1872-1947), medico pediatra che dal 1928 dispensò consigli culinari dalle colonne de La Domenica del Corriere.
I suggerimenti gastronomici di Petronilla si dimostrarono ancor più preziosi durante la guerra, quando “la cuoca che non fu mai cuoca”, come lei stessa amava definirsi, illustrò la realizzazione di piatti composti
Contemporaneo per stesura, ma ben diverso dalle Centurie, questo ricettario estetico-gastronomico, qui nella prima edizione integrale italiana, ci presenta uno spaccato vivo e chiarissimo della vita e della società rinascimentale. Il Nostradamus che scrive è medico di vasta esperienza, frequentatore dei laboratori degli speziali e degli apotecari ed erede della tradizione alchemica. Ogni ricetta è accuratamente descritta, dettagliati gli ingredienti,
Nulla rivela tanto delle abitudini di vita e dell’ambiente culturale di un’epoca quanto le sue consuetudini alimentari. Convinta di questo assioma, Trude Ehlert si è messa alla ricerca delle ricette e degli usi gastronomici tipici dell’età medioevale, dandoci in queste pagine un’ampia panoramica su quanto giungeva sulle tavole dei cavalieri nei loro castelli o in quelle dei conventi, nelle case
Nel 1847 usciva a Napoli, "tutta nuova dalle altre precedenti", la quinta edizione di un libro già divenuto un classico: Cucina Teorico-Pratica del Cavalier Ippolito Cavalcanti Duca di Buonvicino: questo libro segnava l‘apice della fama dell‘autore e rappresentava la somma e definitiva codificazione della cucina napoletana ottocentesca, un insieme di formule culinarie che avevano conquistato tutta l‘Italia. Il Duca, le